28.5.14

Programmare vs l'istinto

CI SONO QUELLI che sono davvero bravi: pianificano, programmano ed eseguono tutto con precisione e puntualità. Per quanto anche io abbia ogni tanto dei momenti di efficienza travolgente, nella normalità non lo sono. Mi annoio, mi viene l'ansia, devo correre, non ho niente da fare, sono trafelato, sono privo di obiettivi e metodi per arrivarci (quest'ultima è una consolazione perché, se non ho obiettivi, la mancanza di metodi per arrivarci non è poi così rilevante).

In questo samsara esistenziale, persi nella rutilante vita moderna che frammenta, spezzetta, mescola e complessifica anche le cose più normali. Ma come facevano mio padre e mia madre non dico a stare a tavola a pranzo con me, ma a essere presenti alle nostre cene di famiglia alle 8 contemporaneamente e senza apparente fatica per i quindici anni più significativi delle loro carriere professionali che hanno anche coinciso con i miei primi quindici anni?

L'alternativa a questa ferrea pianificazione e alla continuità degli orari potrebbe essere quella dell'istinto? Del giocare a uomo anziché a zona? E se la logica è quella di non avere un piano esplicito, quali sono gli errori da evitare? Gli impegni da non prendere? I no da dire per riuscire a mettere assieme un sufficiente numero di sì?

25.5.14

No problem. Glad I could help,

DOMENICA QUASI ESTIVA (quasi), ma come sempre domenica con Garry B. Trudeau e il suo Doonesbury.


18.5.14

Even sweeter!

DOMENICA CALDA E piacevole, Doonesbury di Garry B. Trudeau ci fa compagnia.


17.5.14

iPhone, iPad e la Bentley Mulsanne

UNA COSA STRANA: lo spot della Bentley Mulsanne (una macchia da 307mila euro in su, a seconda degli accessori) è stato tutto girato con iPhone 5s e montato sugli iPad Air integrati direttamente nella macchina. Alla fine, più che lo spot, la cosa interessante è la parte di Apple: un gustoso omaggio da parte della casa anglo-tedesca (fa parte del gruppo Volkswagen).


11.5.14

Outa here!

DOONESBURY SI OCCUPA di arti figurative, questa domenica, di presidenziale importanza per il suo Garry B. Trudeau.


8.5.14

Cassa da morto auto-avvitante

L'IDEA DELL'INVENTORE DA tempo è fortemente connaturata con la cultura americana. Anzi, dai suoi esordi nel Settecento, direi. Eccone uno splendido esemplare, l'ingegnere civile Donald Scruggs, che si è ingegnato a brevettare l'idea di una cassa da morto verticale, con filettatura esterna, che sostanzialmente si infila nel terreno senza bisogno di scavare col badile o con una ruspa ma semplicemente "avvitandola". Genio...

7.5.14

Il seduttore. Matteo Renzi e la sinistra rosè (2014)

IL FENOMENO RENZI io ancora non l’ho capito. Intendiamoci, penso sia principalmente una mia responsabilità: vivo più all’estero che in Italia, soprattutto per le mie letture di lavoro ma in parte anche fisicamente. Mi distraggo. Sono un po’ tardo. Insomma, sulle cose ci arrivo sempre dopo. Risultato: ancora sono rimasto davanti alla prima Leopolda a chiedermi cosa sia, per così dire ma neanche tanto.

Quindi Renzi nella mia testa è una novità. L’ho tutt’altro che metabolizzato. Eppure, ha già finito di fare il presidente della provincia della mia città (nella quale non abito più da 16 anni), il sindaco sempre di Firenze e poi è diventato anche il segretario del PD e quindi presidente del Consiglio. Tutto negli anni che non c’ero, comparendo dal niente, dal mio punto di vista di giornalista che ha seguito la cronaca e la politica fiorentina sino al 1998. Insomma, mi sveglio tardi, lo ammetto, ma forse meglio adesso che mai più.

L’unica cosa che mi sta tenendo in piedi, invece, è un’altra. Un’iniezione di aggiornamento forzato. Durante le vacanze di Pasqua ho letto il libro di una coppia di giornalisti “anziani” della mia città, Simona Poli e Massimo Vanni, e ve lo consiglio.

Loro sono tutti e due cronisti locali, come lo ero io tra il 1993 e il 1998. All’epoca loro avevano poco meno della mia età di adesso e, per me pischello, erano i modelli da guardare, gli esempi da imitare. Molto di quello che ho imparato sul campo non lo devo a quelli come loro, ma proprio a loro due e pochi altri (Manuela, Ennio e qualche altro nome rimasto attaccato). Altri di quella nidiata o della successiva a cui appartengo sono andati a fare altro o a fare lo stesso ma altrove (Martina, Vladimiro, Matteo e tanti altri me incluso) o sono cresciuti bene rimanendo dov’erano (uno per tutti: Marzio).

Torniamo al libro. Simona e Massimo seguono Renzi dagli esordi, per così dire: dieci anni di cronache in cui quel ragazzetto che suonava la chitarra negli scout è uscito dalla fila e si è fatto rapidamente avanti. Hanno messo assieme un bel libro, che si ferma a subito prima la sua nomina a presidente del Consiglio da parte di Giorgio Napolitano e raccontano con molta cronaca e poca fiction, nessuna improvvisazione “letteraria”, nessuno sbandamento romantico a favore o contro, la sua storia. Non so voi cosa abbiate letto su Renzi. Io ho fatto come si fa in cucina: sono andato da due cuochi che conosco bene, e devo dire che ho mangiato come si deve.

L’editore de Il seduttore. Matteo Renzi e la sinistra rosè si chiama Barbera. Lo trovate di carta qua e là, ma Amazon ha anche la versione Kindle a un prezzo interessante (attualmente a 4,74 euro) e ve lo fa leggere subito. Non vi metto link, sapete come fare eventualmente. Buona lettura.

6.5.14

Il dilemma di Benedetto XVI (1978)

SE NE È parlato un po' di volte, tra le altre cose perché è stato ripreso da Repubblica un po' di tempo fa. È una vecchia antologia di Urania, pubblicata nel 1978 ripescando alcuni racconti della rivista Fantasy & Science Fiction dei due anni precedenti. Me la sono riletta in aereo andando a Las Vegas, qualche giorno fa (poche ore di lavoro).

I racconti sono godibili anche se sconfinano nell'horror il più delle volte oppure devono avere "l'effetto" per stupire. Sembrano più sceneggiature per episodi della vecchia "Ai confini della realtà" che non fantascienza come la apprezziamo oggi. Godibili.

La copertina dicevo che è tornata di attualità perché ha un Benedetto XVI che somiglia (un po' forzata però dai!) a Ratzinger e un altro Papa barbuto che non somiglia a Bergoglio. Peccato che il secondo Papa non sia un Papa ma uno psichiatra olandese (seduto su uno scomodo sgabello, vestito di bianco e barbuto come omaggio freudiano di Karel Thole, suppongo) mentre l'inquietante cardinale sullo sfondo si chiama Orsini ed è molto più che inquietante nella novelette.

In sintesi: godibile.

4.5.14

You're welcome.

GARRY B. TRUDEAU con Doonesbury anche questa domenica. Dedicato ai miei colleghi apprendisti stregoni, che hanno fatto del web virale la fonte del sostentamento delle loro famiglie. E fossero solo i titoli.